27/09/2017 08:18





Quando è poesia?


La poesia deve riuscire a far vedere il mondo con occhi diversi; è polisemica, gioca con le parole, esprime emozioni, comunica memorie, fantasie, desideri.
Crea fulminei connessioni tra la realtà e il proprio inconscio ,e a sua volta agisce su quello altrui. Certe intuizioni poetiche furono ammirate perfino da Freud, che scrisse un saggio sull'argomento.

Quando è “poesia”? Deve nascere da un'esperienza, illuminazione o vissuto nostro diretto. Anche minima cosa purchè sia soggettiva ma nel senso condivisibile. E' metafora di vita che nulla ha a che fare con i montaggi sia pure abili, di parole giustapposte. Sogni desideri, timori, confluiscono creando visioni tra realtà e fantasia. Può succedere anche con un pochi versi. Metrica e rime non sono indispensabili,ma deve avere un certo ritmo. Le rime non devono mai essere casuali,ma attraverso suoni e significati manifestare un personale linguaggio poetico. A parer mio non occorrono altre tecniche. Ha forme svariate; prediligo le rime giocose o che esprimono condivise situazioni di vita.

Il senso può nascere dall'incontro di due inconsci, ma talora mi è difficile decifrarne alcune, forse perchè prevale la suggestione del “suono” o un senso simbolico troppo ermetico, o troppo personale. Posso apprezzare anche i classici topos poetici. Purchè usati in modi inusuali.