15/09/2021 20:52
Una sera di settembre che precipita nella notte. Due persone in un locale che si parlano appena. Il paesaggio attorno che assume i connotati di un'agonia silenziosa ed inavvertita. Perché la disperazione compenetra tutto? Chi sono quei due? Un uomo ed una donna o la più tragica perdita, l'addio più doloroso è nella partenza di chi, se esisteva, non esiste più?

Noi qui fra le tetre risa
degli avventori
e la smorta curva del crepuscolo
che trasfigura le forme e le sfibra.

Laggiù un orizzonte che brulica
di lampare,
il fantasma della luna
con una manciata di stelle,
qui parole intorpidite
che l’abitudine calcina di sterili malintesi.

Io con questo tempo
che si è spento in un soffio,
fuoco soffocato in un grumo di cera.

E, mentre il buio scortica
l’irrequieto torpore dei frangenti,
si scardinano le tue fragili certezze.

Il cielo va in frantumi,
il respiro si spezza
nel rantolo del vento,
un’altra ora si oscura,
dispersa.

E non so se questa sia la morte.
So che non è vita.
Io sono Nessuno.