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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

La pista - di Lucia Merli

  • Messaggi
  • filodiseta
    00 06/06/2007 14:55
    (così commentavo questo dipinto, dopo esserne stata ammaliata)

    Un’opera che pare avere un albero genealogico di grande prestigio. Mi ricorda infatti, tanta storia dell'arte insieme:

    il simbolismo di Odilon Redon
    le platee di Paul Gauguin
    la pista circense di Toulouse
    le figurine trasognate e appese di Chagall
    (filodiseta)





    Ammirate e commentate con le vostre emozioni



    Grazie a Lucia Merli, artista della mia terra, che mi ha gentilmente concesso di pubblicare i suoi lavori. Sono orgogliosa di ospitarla su questo Forum.
  • filodiseta
    00 08/06/2007 01:47
    Lucia,
    che non desidera al momento apparire, mi ricorda di avere dimenticato Klimt tra gli ascendenti [SM=g27995]

    E pensare che è proprio il mio preferito.
    Metto a riprova l'immagine della copia-studio della Giuditta di Klimt, dipinta da me su tavola (42x183) [SM=g27987]












    (basta immagini su questo topic: prometto [SM=g27986] )
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    walter.w
    Post: 4
    00 08/06/2007 16:41


    Dare un centro al quadro, un punto di osservazione privilegiato, scelto dall’autore, a me non piace e proprio in questo vedo la limitazione, o banalità, dell’Autrice.

    Con i contenuti sono d’accordo con te, filodiseta, specie su Chagall che qui sembra permeare la totalità; che poi termina, secondo me banalmente, come con la letterina di Natale del volto in alto, e sproporzionato anche direi, dell’angioletto biondo.

    Questo dal punto di vista prettamente visivo. Se si tratti di affermare da parte dell’Autrice un suo discorso logico in un contesto diverso dalla pittura, non saprei, non conoscendola.

    Grazie.





  • filodiseta
    00 08/06/2007 17:19
    Re:

    Scritto da: walter.w 08/06/2007 16.41


    Dare un centro al quadro, un punto di osservazione privilegiato, scelto dall’autore, a me non piace e proprio in questo vedo la limitazione, o banalità, dell’Autrice.

    Con i contenuti sono d’accordo con te, filodiseta, specie su Chagall che qui sembra permeare la totalità; che poi termina, secondo me banalmente, come con la letterina di Natale del volto in alto, e sproporzionato anche direi, dell’angioletto biondo.

    Questo dal punto di vista prettamente visivo. Se si tratti di affermare da parte dell’Autrice un suo discorso logico in un contesto diverso dalla pittura, non saprei, non conoscendola.

    Grazie.









    Ma, Walter, io qui il movimento lo vedo rotatorio, che ben segue il percorso dei cavalli in pista. Non vi è punto privilegiato nel circo, come ad una tavola rotonda: tutti sono equidistanti dal centro. Se proprio posso concordare con te, quindi, non è sulla prospettiva, quanto sulla luce, che arriva da un solo punto centrale e si dirama a raggiera. Questo avrebbe reso più piani di colore, se fosse stato posizionato lateralmente o in basso.

    Io apprezzo molto questo cromatismo e la dinamicità delle figurine, ma forse davvero, avrei giocato su delle profondità di campo, mediante zone più in ombra. Così facendo, anche la testa in alto a sinistra, sarebbe stata abbassata di tono e non avrebbe corso il rischio di apparire, come tu l'hai vista.

    Mi piacerebbe parlarne con l'autrice.

    Il tuo intervento mi ha fatto pensare ai primordi della prospettiva accidentale, introdotta da Giotto che ha scentrato per primo il punto di vista, anche servendosi di una figura di spalle... ma vattelapesca dove posso reperire l'immagine.

    Faccio una ricerca su google e ne riparliamo [SM=g27985]





    daniela