05/07/2007 19:16


( caspita e come sei stata brava, sembra di riconoscere quelle note con cui ti conobbi e restai steso )

sempre più difficile: ...evvai...va..



Scrittura linguaggio e reversibilità della scena

Dalla scrittura al linguaggio come dalla maglia al filo da raggomitolare di nuovo per una nuova maglia. Gli snodi si sciolgono ridando libertà alle parole. E le virgole che fine fanno?
Come quei quadri si raccapezzano tra colori sbiaditi e tra trenini della spesa il servo fedele anticipa il padrone e batte alla cassa l’importo senza resto.
Come un amore terminato, le parole abbandonano una ad una la scena tra noi due e restano le virgole e i punti, gli spazi che sempre più vuoti si interpongono tra noi fino poi a scomparire anch’essi. Oggi c’è una nuova cometa e si chiama speranza, rottura col vecchio e aggancio col nuovo.
In questa storia del segno che diventa simbolo, l’umanità cerca le sembianza, il filo del tenere il tempo tra le dita e dunque il soldo.
Compagni, anarchici, crisantemi ammollati e non l’indifferenza del cocomero arrossisce la massaia che Botero immortala all’uscita nuda e senza sesso in fiordaliso di gardenia tra due salami e due provole affumicate ma con gradiente di tattilità in indice volumetrico di stima al lardo, entelechia della sera pensile e soda.
E dalla finestra l’uomo senza qualità indice il processo al sacchetto, quella plastica che Christo ha rubato alla platea dei desiderosi e con cui sta incartando il ponte di Brooklyn mentre passa il treno delle tre e un quarto, e qualcuno vi sbadiglia dentro.




che ne dici?