06/10/2007 09:50
dalla scrittura al linguaggio






Qual filo dalla maglia s’aggomitola
e disfa il vecchio per rifarlo nuovo
a libertà ogni nodo già capitola
la parola si smuove dal suo covo

E le virgole che fine hanno fatto?

Si ritrovano smunti di colore
i quadri, e fra i trenini della spesa
il fedel servo anticipa il signore
batte alla cassa importo senza resa

Come amore che porte più non apre
parole in fila lasciano la scena
tra noi, virgole, punti e spazi sempre
più vuoti, fino a perdere la vena

C’è una cometa nuova, la speranza
s’aggancia al nuovo e rompe con il vecchio
L’umanità che cerca la sembianza
e il simbolo, del segno divien specchio

il fil che tiene il tempo tra le dita
e dunque il soldo, sfoglia preferita


Compagni ed anarchici, i crisantemi
a bagno, non il rubro cocco méro
che indifferente arrosa di eritemi
la massaia eternata da Botero

è nuda, senza sesso in fiordaliso
di gardenia tra provole e salami
ma con gradiente di tatto colliso
che indice di stima al lardo acclami

entelechia di sera appesa e soda

Dall’alto l’uomo senza requisito
proclama un bel processo a quei sacchetti
di plastica che il Christo ha pur rapito
alla platea bramosa di banchetti

ora il ponte di Brooklyn sta involgendo
e passa il treno delle tre e un quarto,
dove qualcuno è dentro sbadigliando
ignaro di asfissiare nell’incarto




[SM=g27994]