24/10/2008 23:23
Eri la terra dove il sì sonava,
dove il sole brillava dolcemente,
dove il camoscio placido saltava
e la valanga a valle scivolava
quasi timidamente.

Eri la terra di poeti e santi,
di giornalisti intrepidi, d'attori,
di genti generose e di briganti,
di giullari, pittori e naviganti,
di miseria e dolori.

Oggi diversa appari al pellegrino
che giunge alle tue sponde affaticato
il sì non suona più ch'il rio destino
pure il linguaggio, alfine, ha deturpato.

Il sole inaridisce le pianure
o si cela per mesi, e la tempesta
inonda i campi e suscita paure.
Un clima che produce mal di testa.

Di camosci e stambecchi l'eco resta
fra i monti che li videro gagliardi,
le valanghe alle valli fan la festa
se dei torrenti rompono i baluardi.

I rampolli d'Apollo son spariti,
le Muse in altri lidi ormai migrate,
ed i "poeti" vagano spauriti
fra rime scarne e poco equilibrate.

La santità dell'anima è mutata:
oggi in Italia il mistico, l'asceta,
l'estasi compra bella e preparata
nelle bustine che la legge vieta.

I giornalisti intrepidi son pochi
anzi, non ve n'è più, son morti tutti!
Chi scrive sui giornali par che giochi,
chi legge alla Tivvù sembra che rutti.

Di giullari e d'attor l'epidemia
ha lasciato soltanto qualche esempio,
sì che a vederli in scena, in fede mia,
li uccideresti a vendicar lo scempio.

La gente generosa del passato
è diventata bieca e pensa male.
Il prossimo oggi passa inosservato:
se muore lo si apprende dal giornale.

Nulla rimane dell'Italia antica?
Se cerchi la miseria la ritrovi
con il dolore in men che non si dica:
La colpa è tutta dei briganti nuovi!
La Poesia non cerca seguaci, vuole amanti!