|
17/05/2012 20:55 | |
Dopo l'azzurro del sogno
i tuoi fianchi d'argilla.
L'ultima nebbia
si dissolve
L'alba rinnova
la sua promessa
[Modificato da Anemonephobia 17/05/2012 20:55] "Lo so che l'amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora"
("Ci sono molti modi", Afterhours)
|
|
|
17/05/2012 22:03 | |
Quell'argilla Antonio, quell'argilla mi da da pensare... è terra e fuoco nella caldera dell'amore oppure impermeabile che nulla lascia trasudare?
In quella parola la chiave...
i versi successivi mi fanno pensare ad un ristabilirsi dell'intento con la presa di un nuovo cammino, ma potrebbe non essere così.
Tutto dipende da quell'argilla e da come ognuno di noi la vive...
In ogni caso c'è un suono che somiglia ad un oboe, molto ammaliante
Ciao |
|
21/05/2012 15:23 | |
Applausi, applausi, applausi. Quella parola - chiave rende tutto così sensuale. Bellissima ed affascinante. Trovo che quando una poesia arriva è POESIA con la P maiuscola.
[Modificato da Raggio di Sole21. 21/05/2012 15:25] Laura______Raggio di Sole21. |
|
22/05/2012 20:36 | |
@al: grazie per le tue parole. Devo ammettere che la prima interpretazione è quella che mi ero prefisso di trasmettere, ora però, credo che mi piacciano tutte e due! Era proprio quella "terra" e quel "fuoco" a ridare significato alla nuova alba. Grazie di nuovo! Mi piacerebbe sapere di più sul tuo accenno al suono dell'oboe, è un'immagine intrigante.
@Raggio: se la mia poesia ti ha colpito, il mio lavoro ha dato il miglior possibile risultato. Anche a te mille grazie per le tue parole! E pensare che tutto era partito da un ben più banale "i tuoi fianchi caldi". Ho fatto bene a cambiare!
"Lo so che l'amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora"
("Ci sono molti modi", Afterhours)
|
|
23/05/2012 09:11 | |
Ti offro uno stralcio da un libro bellissimo che ho letto l'estate scorsa e che ancora ho in circolo.
“La sua pallida sposa venne a fargli visita in sogno da sotto un pergolato verde e frondoso. Coi capezzoli incrostati di argilla chiara e le costole dipinte di bianco. Portava un vestito di mussola e i capelli scuri erano tenuti su da pettini d’avorio, pettini di tartaruga. Quel sorriso, quegli occhi sempre bassi. Al mattino nevicava di nuovo. Sopra di loro i fili della luce erano costellati di perline di ghiaccio grigio.”
pag.14, “La strada” C.McCarthy
A parte questo, trovo sempre il sapore della sintesi della poesia orientale nei tuoi versi, nella loro struttura, nei colori e nelle immagini della natura.
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac) |
|
24/05/2012 16:22 | |
Molto bello... McCarthy è un autore che mi intriga da un pò, in particolare proprio quel romanzo, me ne parlano bene e spero infatti di riuscire a trovare presto l'occasione di comprarlo. Quell'immagine ha un forte sapore di sogno, avverto una grande tristezza, come quella che si prova nei confronti di chi non c'è più o di quello che è finito. Chissà qual'è il vero significato dell'argilla e degli altri particolari di questa visione?
La poesia orientale mi affascina da tempo, e devo ancora scoprire molti dei suoi autori. Infatti, quello che cerco di fare è unire quella che tu giustamente definisci la sintesi di quel modo di scrivere con esperienze più barocche e surreali come la poesia di Neruda e Garcia Lorca. Spero che potrò avvicinarmi anche solo un po' a realizzare tale ideale... grazie ancora a tutti e due!
[Modificato da Anemonephobia 24/05/2012 16:23] "Lo so che l'amore è una patologia, vorrei che mi uccidesse ora"
("Ci sono molti modi", Afterhours)
|
|