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11/06/2007 10:47 | |
Walter,
in generale potrei essere d’accordo con quanto affermi, ma solo se partiamo dall’ipotesi di considerare quella tua “matrice comune” in un ambito bidimensionale, dove le uniche coordinate restano arte(poetica) e filosofia. Tu parli di appiattimento del pensiero speculativo e del pathos poetico in una sorta di riassunto immediatamente fruibile, ma trascuri, a mio avviso, una componente essenziale che ritengo possa essere la nostra terza dimensione e cioè la componente della genialità, della originalità.
Non credo sia positiva la generalizzazione tout-court, non si può tralasciare il fatto che sia la poesia che la filosofia concorrono allo stesso fine: la conoscenza, che nel caso della poesia rappresenta una mediazione (mezzo con cui si arriva alla conoscenza) tra la percezione fisica, materiale, morale, trascendentale e l’emotività.
Anche i tuoi testi sono permeati di una filosofia che di certo non trovo a buon mercato, né la tua poesia risulta di facile approccio, pur tuttavia ricorri a concetti che mesci a tecniche poetiche ricavandone una "sintesi" che rivela una impronta personale non riproducibile.
Allora è probabile che filosofia e poetica abbiano il punto di incontro nella originalità, nella sapiente mescolanza dei concetti per arrivare alla riproduzione di nuovi assiomi che non necessariamente debbano rivelarsi astrusi ai più.
Leonardo
Modificato da firstlast 11/06/2007 10.48 |
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