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lasciamo quest'acqua fluire

Ultimo Aggiornamento: 20/11/2007 13:19
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17/11/2007 10:09
 
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c’è un sole
che scalda la pelle
evapora i respiri
dissolve i pensieri

questa luce accecante
che sbiadisce le ombre
dei nostri silenzi
il tormento
si prende quella maschera
che è la paura

non resta
che prendere il vento
e adagiarsi sull’onda
per spingersi a largo

il mare accoglierà
i pensieri nefasti
ne farà unguento di vita

quella croce
ricorda il mistero
tramanda l’inganno
di una storia lasciata
agl’ indovini

è ferro forgiato
da braccia affannate
mantici di rabbia

lasciamo quest’acqua fluire
dubbiosa
oltre l’ansa di destra.


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17/11/2007 10:47
 
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Poesia scorrevole, limpida, di notevole ricchezza lessicale, con una chiusa davvero centrata.
Lorenzo è un grande artista, tutta la mia stima.
La mente è come un paracadute, funziona soltanto se si apre.
A. Einstein
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19/11/2007 08:52
 
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Senza nulla togliere alle altre tue, questa rientra maggiormente nelle mie corde.
Trovo ancora qualche "spiegazione" di troppo, qualche ingessatura, ma non mi addentro nell'analisi, perché hai un modo di scrivere molto meditato, dal risultato deciso. Non voglio essere di certo io a metterti dei dubbi o a forzare un'evoluzione, che vedo, per le tue doti, pronta a realizzarsi, ma non per imminente tua volontà.

Perdona la schiettezza, ma è mio pensiero generale che sia il mondo dei blog a ingabbiare la poesia.






[SM=g27995]


fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
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19/11/2007 09:15
 
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Re:
fil0diseta, 19/11/2007 8.52:



Senza nulla togliere alle altre tue, questa rientra maggiormente nelle mie corde.
Trovo ancora qualche "spiegazione" di troppo, qualche ingessatura, ma non mi addentro nell'analisi, perché hai un modo di scrivere molto meditato, dal risultato deciso. Non voglio essere di certo io a metterti dei dubbi o a forzare un'evoluzione, che vedo, per le tue doti, pronta a realizzarsi, ma non per imminente tua volontà.

Perdona la schiettezza, ma è mio pensiero generale che sia il mondo dei blog a ingabbiare la poesia.






[SM=g27995]



sono perfettamente in sintonia con quello che dici riguardo il rapporto web-poesia...e per questo che io sto abbandonando quasi tutti i siti dove (saltuariamente) ero presente...

per quanto riguarda lo stile oggetto della tua analisi...
non contesto...anzi ti ringrazio e accetto...
ma al di là di quel percorso che da qualche hanno ho iniziato, ed è quindi in continua evoluzione, non solo nella scrittuta di testi poetici, ma nel pensiero, nella vita e in altre cose...
non sento l'esigenza di raggiungere quell'espressionismo, e ermetismo...o meglio "sintetismo" di cui oggi sembra debba essere obbligo di poesia...
forse vorrei migliorare nel simbolismo e nella retorica...
come hai ben evidenzato tu nell'analisi non è nella mia volontà di arrivare a quello che tu dici...forse ci arriverò, o forse no...
penso che importante per tutti noi, è trovare "l'assestamento" comunicativo...che rappresenti poi uno stile originale, o no...che rappresenti un stile interessane o no...è motivo di secondaria importanza..
il confronto è uno degli elemnti che ci permetterà di trovare quella strada...
e confrontarsi con persone come te..è e sarà molto utile...

ma riprendendo un discorso che ho fatto in atro post...
un testo...nel momento pubblicato diventa del lettore...che lo legge, lo interpreta, lo stima...
e in questo leggere che oggi, anche nel web, secondo me, c'è l'inganno..
perchè o si tende ad accettare supinamente...per blabla amichevoli o pseudo
o perchè si tende a personalizzare eccessivamente..
si aprono due binari...quello dell'autore e quello del lettore...
ed in questo correre parallelemente che il testo trova la sua giusta collocazione...
deve restare la relativa indipendenza intellettuale...deve raggiungere la giusta correlazione...(travaso)

ti ringrazio per la riflessione che mi hai dato in pasto stamane...
ciao
Lorenzo



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19/11/2007 11:47
 
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Sono d'accordo in toto con la visione di filodiseta.
Un testo fluido, nel quale sarebbe interessante l'utilizzo di un detto/non detto/lasciato immaginare.

Un testo diverso dagli altri dove si ha tangibile l'impressione di una ricerca (così come da te esplicitato).



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19/11/2007 13:20
 
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Re:
te_verde, 19/11/2007 11.47:

Sono d'accordo in toto con la visione di filodiseta.
Un testo fluido, nel quale sarebbe interessante l'utilizzo di un detto/non detto/lasciato immaginare.

Un testo diverso dagli altri dove si ha tangibile l'impressione di una ricerca (così come da te esplicitato).






mi piacerebbe molto vedere come trasformereste questo testo, nel concetto dire/non dire...
sarebbe un ottima esercitazione per il mio studio della poesia...
mi fareste cosa gradita

(questo invito vale anche per la sempre attenta filodiseta)

LOrenzo

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19/11/2007 22:46
 
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Re: Re:
Lorenzo de Vanne, 19/11/2007 13.20:



mi piacerebbe molto vedere come trasformereste questo testo, nel concetto dire/non dire...
sarebbe un ottima esercitazione per il mio studio della poesia...
mi fareste cosa gradita

(questo invito vale anche per la sempre attenta filodiseta)

LOrenzo





Si potrebbe anche fare, ma immagino che la prima osservazione che si potrebbe avanzare è che la poesia non sarebbe la stessa, che si sarebbe snaturata l'emozione originaria ed io sarei perfettamente d'accordo. Solo l'autore può riscrivere la poesia mantenendo inalterato l'intendimento principe del testo, chiunque altro non avrebbe la stessa sensibilità e la modifica anche di un solo sostantivo produrrebbe un'altra poesia.





[Modificato da te_verde 19/11/2007 22:46]
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19/11/2007 23:17
 
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Re: Re: Re:
te_verde, 19/11/2007 22.46:




Si potrebbe anche fare, ma immagino che la prima osservazione che si potrebbe avanzare è che la poesia non sarebbe la stessa, che si sarebbe snaturata l'emozione originaria ed io sarei perfettamente d'accordo. Solo l'autore può riscrivere la poesia mantenendo inalterato l'intendimento principe del testo, chiunque altro non avrebbe la stessa sensibilità e la modifica anche di un solo sostantivo produrrebbe un'altra poesia.








sarebbe snaturata comunque: come potrebbe l'autore riscrivere la propria poesia su una indicazione che non nasce dal proprio intimo ma da una lettura esterna...?

dovrebbe ritrovare un filo, che non appartiene al suo gomitolo...

in ogni poesia c'è un circuito "disgiunto" (che io chiamo spiralato)
quando aviene questo percorso..
da parte del poeta:DALL'EPERIENZA ALL'IMMAGINE (sensazione+emozione)
da parte del lettore: DALL'IMMAGINE ALL'ESPERIENZA

ma anche se si chiamano nella stessa maniera ESPERIENZA non saranno mai la stessa cosa...quella dell'autore e quella del lettore..

quindi il flusso è unidirezionale...non potrà mai tornare indietro per quella poesia, lo potrà fare in seguito con altre poesie, forse, o sicuramente..
quindi la poesia non è riscrivibile tramite una interpretazione del lettore, ma solo e soltanto per una eccezionale travaso dell'emozione

quindi non può che essere tentato dal lettore che sente, e quindi può...
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19/11/2007 23:29
 
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Re:
te_verde, 19/11/2007 11.47:

Sono d'accordo .
Un testo fluido, nel quale sarebbe interessante l'utilizzo di un detto/non detto/lasciato immaginare.








resto curiosamente in attesa di conoscere allora cosa intendete te e filodiseta (se filodiseta condivide la tua definizione) per "utilizzo di un detto/non detto/lasciato immaginare...

lo intendete nella struttura?
lo intendete nel linguaggio?
lo intendete nel lessico?

o meglio come lo intendete?


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19/11/2007 23:39
 
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Diciamo che in dieci minuti sono riuscita scrivere questa, magari con un po' di tempo in più potrebbe essere limata ed ulteriormente perfezionata. Questa è solo per dare l'dea di quello che intendevo:



c’è un sole che scalda la pelle
e dissolve i pensieri

nella luce sbiadiscono
le ombre dei silenzi
ed il tormento prende maschera
di paura

non resta che prendere il vento
spingersi al largo
dove il mare accoglierà
i pensieri
per farne unguento di vita

e quella croce,
a ricordare il mistero,
tramanda l’inganno
di storia lasciata
agli indovini

ferro forgiato,
mantici di rabbia
lasciate quest’acqua fluire
oltre l’ansa di destra.



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20/11/2007 00:01
 
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Re:
te_verde, 19/11/2007 23.39:

Diciamo che in dieci minuti sono riuscita scrivere questa, magari con un po' di tempo in più potrebbe essere limata ed ulteriormente perfezionata. Questa è solo per dare l'dea di quello che intendevo:



c’è un sole che scalda la pelle
e dissolve i pensieri

nella luce sbiadiscono
le ombre dei silenzi
ed il tormento prende maschera
di paura

non resta che prendere il vento
spingersi al largo
dove il mare accoglierà
i pensieri
per farne unguento di vita

e quella croce,
a ricordare il mistero,
tramanda l’inganno
di storia lasciata
agli indovini

ferro forgiato,
mantici di rabbia
lasciate quest’acqua fluire
oltre l’ansa di destra.







bè...almeno sei stata coerente fino in fondo [SM=g27988]
diciamolo...nel rispetto che ti devo, in quanto non ti conosco, ma sai scrivere e sai "disputare", hai fatto solo "maquillage"...
sintesi, toglienedo passi molto importanti...o di tre ne fai due...
e non mi convince la pratica del detto/non detto/lasciato immaginare...

forse sarebbe meglio fare la perafrasi, per comprendere che ogni passagio (anche se discutibile) ha il suo significato...

io credo che non sia la sintesi forzata la maniera per rendere poetica una immagine, ma bensì che abbia il giusto linguaggio poetico...fatto di lessico, di figure retoriche, di ritmo...

l'attacco della tua corretta, è singhiozzante...
il mio intendere (sbagliato che sia) era creare un leggero entrare nella scena tormentata della riflessione, dove le immagini non fossero ansiose e nervose, ma bensi tranquillamente determinate con contorni non confondibili...
è una strada ben precisa...
dove i cigli sono pensieri e parole...


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20/11/2007 08:41
 
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fil0diseta, 19/11/2007 8.52:




Trovo ancora qualche "spiegazione" di troppo, qualche ingessatura, ma non mi addentro nell'analisi, perché hai un modo di scrivere molto meditato, dal risultato deciso. Non voglio essere di certo io a metterti dei dubbi o a forzare un'evoluzione, che vedo, per le tue doti, pronta a realizzarsi, ma non per imminente tua volontà.



[SM=g27995]





Ripeto Lorenzo, ti vedo troppo convinto del tuo modo di scrivere, che qualunque obiezione ti venga mossa, la sai controbattere con motivazioni tue che comunque e sempre lo sostengano.

Quindi, non ti proporrò una versione mia, né ti farò notare quelle che ho definito ingessature di linguaggio o parti troppo esplicite.


Organizziamo piuttosto un lavoro a più mani, avvicinandosi con la duttilità che abbiamo voluto mantenere Leonardo e io nelle nostre precedenti esperienze, visibili nelle poesie in coro. Così davvero potremmo fondere linquaggi diversi e crearne uno comune, inaspettato.
E nel frattempo, in modo del tutto naturale, arricchirci l'un l'altro.

L'ho buttata lì: che dici Lorenzo? che dice Sandra? ma anche Leonardo, che dice? che se non intende partecipare, può di sicuro dare un'idea di come organizzare una poesia con più di due scrittori, rispettando turni interattivi, che non implichino quella banalità assurda della strofa a testa e della supervisione finale [SM=g27995]



Dai, che dite? [SM=g28004]


fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
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20/11/2007 10:06
 
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Vedi Lorenzo, finora mi sono tenuto lontano da commenti o da considerazioni, per lo stesso motivo cui accenna Filodiseta: sei troppo convinto della tua poesia ed io non riesco a commentare chi a priori giudica il suo lavoro intoccabile.
Questo forum vorrebbe essere un luogo di incontro tra individui che non si reputano poeti , ma che con la volontà, lo studio e l"allenamento" possano crescere aiutandosi l'un l'altro con consigli, pareri e perchè no, critiche.
Se io ergo un muro davanti a me ed ai miei testi, diventa perfettamente inutile che gli altri mi commentino, perchè a questo punto si finirebbe solo per cercare il commento gratificante, qualcosa di falso, di compiacente, di dozzinale ed infantile.

Ci sono decine di siti fatti così e tu lo sai bene visto che ne frequentavamo uno insieme tempo fa.

Io trovo che tu sia stato ingiusto con te verde, le hai chiesto di farti un esempio di come lei avrebbe rivisto la poesia e nonostante lei ti avesse detto che il lavoro di rifacimento di un testo da parte di un terzo avrebbe sconvolto il senso emotivo dello stesso, tu l'hai invitata a farlo lo stesso.
Avrebbe potuto lasciar perdere, non era tenuta a risponderti, ma nello spirito del forum (e la ringrazio per la generosità dimostrata) lei ti ha dedicato del tempo (dice dieci minuti, ma dubito che in così poco tempo si possa fare qualunque lavoro su una poesia), ed ha cercato di trattare la "tua creatura" con il massimo rispetto, cercando di non stravolgerne il senso.
A mio avviso ha fatto un buon lavoro (sicuramente perfettibile, ma fatto con rispetto).
Mi spiace invece cha a tanta disponibilità abbia fatto da contrappeso una tua chiusura quasi totale.
Forse non te ne sei accorto, ma alcune affermazioni, per chi invece cerca solo di dare una mano, suonano un pochino offensive, soprattutto se sei stato tu stesso ad insistere che ti fornisse la sua versione.


“hai fatto solo "maquillage"...”
“toglienedo passi molto importanti”
“di tre ne fai due”
“non mi convince la pratica del detto/non detto/lasciato immaginare”
“io credo che non sia la sintesi forzata la maniera per rendere poetica una immagine”
“l'attacco della tua corretta, è singhiozzante...”

Caro Lorenzo, la poesia è sicuramente tutto quello che dici tu.
Ognuno di noi ha un suo modo di poetare, ma ognuno di noi è pronto a mettersi in discussione all’occorrenza ?
Mi farebbe davvero piacere che tu rispondessi di sì, che provassi insieme a noi a fornirti e fornire degli spunti diversi al tuo e nostro modo di poetare e che alla buona volontà seguissero i fatti.
[SM=g28002]


X filodiseta: tu sai quanto mi piaccia trovare dei modi per sperimentare, delle idee originali da portare avanti, e la cosa mi stuzzica davvero molto, ma quando si fa un lavoro del genere (e tu la sai bene da quei lavori fatti insieme) si deve essere disposti ad annullare il "mio" ed il "tuo" per entrare nell'ottica del "nostro". Non so quanti di noi siano disponibili a dare il proprio contributo ad un'opera che non avrebbe un clichè personale, ma avrebbe connotati che risulterebbero un ibrido (dove l'accezione del termine stavolta potrebbe essere molto positiva) risultante dal pensiero comune.

[Modificato da el_greco 20/11/2007 10:09]
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20/11/2007 10:32
 
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Fondere i linguaggi o dire qualcosa su di un tema già stabilito prima, sono due strade che non collimano, almeno per me, in quanto il tema mi viene lungo il cammino e non di certo prima. Evocare la parola, farla veicolare nella propria mente, ascoltarla fino a quando essa non prende una direzione precisa (corpo di una scrittura), è quello che mi piace fare. Rappresenta, per me, una voce nuova, dunque una curiosità del suo venire alla luce, di cui ne sono il primo beneficiario, rendendola, poi palese anche agli altri.
Questo è stato sempre il mio poetare, quel giocare con le parole come il bambino che gioca coi dadi e lanciarle in aria per poi raccoglierle in un canestro o in un cestino.
Poetare è giocare col nuovo, far uscire da sé ciò che da solo si forma, e diventa, così, anche terapia di quanto teniamo stretto dentro tra i cancelli degli stereotipi o le regole di un recinto.
È quella fase di destrutturazione dei clichè, o di dif-ferimento degli orizzonti, e da cui può spuntare l’alba di un nuovo giorno o di una nuova ricerca del dire. È la fase irrazionale del nostro lobo destro, quello dedicato al sentimento. Poi, se mi va, la rimodello, parte sinistra o lobo razionale delle noste sinapsi. Ci aiuta a conoscere noi stessi per poter così anche com-prendere gli altri.
La comprensione del linguaggio è il mezzo dell’ascolto e del rinvio: dell’essere ascoltati. Chi non sa ascoltare non vuol neanche comprendere gli altri.

Da cui, se è da farsi un qualcosa in comune, scegliete almeno due strade: un componimento a tema prefissato e uno a tema libero da comporre, nel suo legame o senso, solo successivamente al suo componimento, che , secondo me, è il vero senso del dire il nuovo (soggettivo) della poesia (evocata e diretta dalla parola stessa e non da un direttore d'orchestra in cerca di novità. O , come mi accusa - (sic?)- Sandra, di stupire gli altri).

La parola è produttrice di se stessa, se la prendiamo insieme a noi: essa ci com-prende dall'origine del suo nascere, facendoci rivivere il suo cammino, che è il cammino del verbo e anche dell'uomo: il linguaggio.



[Modificato da ormedelcaos 20/11/2007 10:48]
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Re:
ormedelcaos, 20/11/2007 10.32:



La parola è produttrice di se stessa, se la prendiamo insieme a noi: essa ci com-prende dall'origine del suo nascere, facendoci rivivere il suo cammino, che è il cammino del verbo e anche dell'uomo: il linguaggio.











Ecco caro Walter: è quello che Leonardo e io facciamo quando scriviamo a 4mani... ci lasciamo guidare dalla parola, non abbiamo un tema prestabilito. Il primo è solo apparente, perché a lungo andare si trasforma, le carte si mischiano più volte e si va sull'onda della sorpresa. Abbiamo provato una volta a prefissarci un tema, ma l'esperimento non ci ha soddisfatto e nemmeno l'entusiasmo è stato tanto... Ultimamente volevamo riprovare ed abbiamo desistito: ci piace fare correre parole e immagini (che si producano da sole) e riservarci lo stupore della lettura finale. Forse questo succede maggiormente quando scriviamo in due, di quando lo facciamo individualmente: boh




[SM=g27988]








[SM=g27985]






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Re:
fil0diseta, 20/11/2007 8.41:








Ripeto Lorenzo, ti vedo troppo convinto del tuo modo di scrivere, che qualunque obiezione ti venga mossa, la sai controbattere con motivazioni tue che comunque e sempre lo sostengano.

Quindi, non ti proporrò una versione mia, né ti farò notare quelle che ho definito ingessature di linguaggio o parti troppo esplicite.


Organizziamo piuttosto un lavoro a più mani, avvicinandosi con la duttilità che abbiamo voluto mantenere Leonardo e io nelle nostre precedenti esperienze, visibili nelle poesie in coro. Così davvero potremmo fondere linquaggi diversi e crearne uno comune, inaspettato.
E nel frattempo, in modo del tutto naturale, arricchirci l'un l'altro.

L'ho buttata lì: che dici Lorenzo? che dice Sandra? ma anche Leonardo, che dice? che se non intende partecipare, può di sicuro dare un'idea di come organizzare una poesia con più di due scrittori, rispettando turni interattivi, che non implichino quella banalità assurda della strofa a testa e della supervisione finale [SM=g27995]



Dai, che dite? [SM=g28004]




rispondo con molta serenità, visto che sono in casa d'altri, e quindi prima di tutto è il rispetto delle regole del luogo...
ma sono veramente sorpreso dda quando mi dici, overo che io vebedno in questo bel salotto avrei dovuto "supinamente" solo per ospitalità tutto quello che voi mi significate...
faccio riferimento al grande Ezra Pound, che affermava che chi non difende la propria idea, o non vale nulla quella idea, o non vale niente lui..
sono abbastanza uomo di mondo per dire, che nella mia vita mmi sono sempre trovato davanti alle critiche..
ma vorrei conoscerne gli aspetti...
io Vi ho ascoltato, potreste avere ragione, ma per quando mi rigurada non siete state convincenti..
io sono qui per imparare, ma non per immolarmi..
chi mi conosce personalmente sa che io non ho paura di ricredermi e correggermi...ma suvvia questo va fatto nella logica del confronto...
non riesco a compredere perchè devo ritenere valide a priori le vostre argomentazioni (senza spiegarle) e subito condannare le mie

l'impressione che ho, che sembra un atto dovuto criticare qualcosa di un testo, come se ci sia una forma di "atto formale"...
io ho sempre basato la mia vita nel voler capire...
e non posso ammettere che venga io ritenuto "statuario" nelle mie posizioni...
io non sono convinto del mio modo di scrivere...forse sono convinto del mio modo di pensare, e di vivere...
e il mio modo di pensare mi obbliga ad avere rispetto della mia e altrui intelligenza...

puoi, potete pormi tutte le obiezioni che volete, ve ne sarei grato, ma spiegatemele...
credo che sia il minimo che ci possa essere tra di noi amanti della poesia...

per quanto mi rigurada l'idea che hai proposto mi sembra ottima...
sono a disposizione...
con tranquillità e serenità dialettica
LOrenzo
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ok, uomo di mondo abbastanza
[SM=g28003]


Lorenzo de Vanne, 17/11/2007 10.09:

c’è un sole
che scalda la pelle
evapora i respiri
dissolve i pensieri


qui ritengo banale l'accostamento predicato complemento, abusato nel liguaggio scritto e parlato: il sole che scalda la pelle, i pensieri che si dissolvono. Avrei fatto abbinamenti un po' meno scontati. Non so: il sole che acceca la pelle, che secca i respiri, che sgrana i pensieri

ti segnalo inoltre la ripetizione del verbo prendere

questa luce accecante
che sbiadisce le ombre
dei nostri silenzi
il tormento
si prende quella maschera
che è la paura


magari semplificherei la parte evidenziata con una costruzione più lineare


non resta
che prendere il vento
e adagiarsi sull’onda
per spingersi a largo

il mare accoglierà
i pensieri nefasti
ne farà unguento di vita anche qui immagini abusate

quella croce
ricorda il mistero
tramanda l’inganno idem
di una storia lasciata
agl’ indovini

è ferro forgiato
da braccia affannateidem, inoltre è quello che intendevo spiegare troppo, che è un po' il difetto dell'uso dell'aggettivo.
mantici di rabbia

lasciamo quest’acqua fluire
dubbiosaidem per l'aggettivo
oltre l’ansa di destra.





non so dirti la completezza delle cose, perché ci stavo lavorando, quando ho pensato di non pubblicare la risposta, ma questo è il tempo che ti ho dedicato
firmato: donna di mondo abbastanza [SM=g27988]





ripeto: [SM=g28003]


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Re:
el_greco, 20/11/2007 10.06:


Vedi Lorenzo, finora mi sono tenuto lontano da commenti o da considerazioni, per lo stesso motivo cui accenna Filodiseta: sei troppo convinto della tua poesia ed io non riesco a commentare chi a priori giudica il suo lavoro intoccabile.
Questo forum vorrebbe essere un luogo di incontro tra individui che non si reputano poeti , ma che con la volontà, lo studio e l"allenamento" possano crescere aiutandosi l'un l'altro con consigli, pareri e perchè no, critiche.
Se io ergo un muro davanti a me ed ai miei testi, diventa perfettamente inutile che gli altri mi commentino, perchè a questo punto si finirebbe solo per cercare il commento gratificante, qualcosa di falso, di compiacente, di dozzinale ed infantile.

Ci sono decine di siti fatti così e tu lo sai bene visto che ne frequentavamo uno insieme tempo fa.

Io trovo che tu sia stato ingiusto con te verde, le hai chiesto di farti un esempio di come lei avrebbe rivisto la poesia e nonostante lei ti avesse detto che il lavoro di rifacimento di un testo da parte di un terzo avrebbe sconvolto il senso emotivo dello stesso, tu l'hai invitata a farlo lo stesso.
Avrebbe potuto lasciar perdere, non era tenuta a risponderti, ma nello spirito del forum (e la ringrazio per la generosità dimostrata) lei ti ha dedicato del tempo (dice dieci minuti, ma dubito che in così poco tempo si possa fare qualunque lavoro su una poesia), ed ha cercato di trattare la "tua creatura" con il massimo rispetto, cercando di non stravolgerne il senso.
A mio avviso ha fatto un buon lavoro (sicuramente perfettibile, ma fatto con rispetto).
Mi spiace invece cha a tanta disponibilità abbia fatto da contrappeso una tua chiusura quasi totale.
Forse non te ne sei accorto, ma alcune affermazioni, per chi invece cerca solo di dare una mano, suonano un pochino offensive, soprattutto se sei stato tu stesso ad insistere che ti fornisse la sua versione.


“hai fatto solo "maquillage"...”
“toglienedo passi molto importanti”
“di tre ne fai due”
“non mi convince la pratica del detto/non detto/lasciato immaginare”
“io credo che non sia la sintesi forzata la maniera per rendere poetica una immagine”
“l'attacco della tua corretta, è singhiozzante...”

Caro Lorenzo, la poesia è sicuramente tutto quello che dici tu.
Ognuno di noi ha un suo modo di poetare, ma ognuno di noi è pronto a mettersi in discussione all’occorrenza ?
Mi farebbe davvero piacere che tu rispondessi di sì, che provassi insieme a noi a fornirti e fornire degli spunti diversi al tuo e nostro modo di poetare e che alla buona volontà seguissero i fatti.
[SM=g28002]


X filodiseta: tu sai quanto mi piaccia trovare dei modi per sperimentare, delle idee originali da portare avanti, e la cosa mi stuzzica davvero molto, ma quando si fa un lavoro del genere (e tu la sai bene da quei lavori fatti insieme) si deve essere disposti ad annullare il "mio" ed il "tuo" per entrare nell'ottica del "nostro". Non so quanti di noi siano disponibili a dare il proprio contributo ad un'opera che non avrebbe un clichè personale, ma avrebbe connotati che risulterebbero un ibrido (dove l'accezione del termine stavolta potrebbe essere molto positiva) risultante dal pensiero comune.




carissimo El Greco...mi fate passare per "spocchioso"...quale io non sono...
ma su...non pensi che io debba rispettare prima di tutto la mia identità...è un dovere che ho con me stesso..
poi ci sta tutto, come ho spiegato prima a filodiseta, mi sembra che la poesia sia una macchina da smontare e rimontare.
non è possibile che senza una ragione dimostrata, si possa smontare una poesia di un autore..
si può usare per farne esercitazione, tale che questa esecritazione possa servire nel dopo...
quando mi si fa una critica, vorrei che mi si spiegasse la ragione, quando poi mi sa una correzione, che non mi convince, ho tuttio il diritto di non condivederlo..
il lavoro di tè verde, che mi ha dedicato dieci minuti (capito dieci minuti) e la ringrazio a te convince, sono contento, a me no, e non vedo perchè viene da un critico io debba accettare...
non è convincente quella manipolazione, perchè usa emozioni mie, senza che diventino sue, e solo per una questione tecnica di stile...
mi sa tanto che ci dobbiamo confrontare proprio sull'argomento poesia nel forum di discussione..

detto questo sono invece d'accordo nel lavoro di gruppo, quel noi che tu dici, è somma di tanti io, non credo, che sia uno o due io e altri che affogano nel noi...

e sono proprio contento che è nata questa discussione, perchè io, malgrado quello che dici tu, mi piace confrontarmi, ma sempre con le armi chhe il mio intelletto mi pone a disposizione e la chiarezza ..
e arrivare a questa disputa mi intriga molto...
importante che ci sia sempre buona fede, e bagaglio documentato di critica..
con stima
Lorenzo

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20/11/2007 11:07
 
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Re:
ormedelcaos, 20/11/2007 10.32:



Fondere i linguaggi o dire qualcosa su di un tema già stabilito prima, sono due strade che non collimano, almeno per me, in quanto il tema mi viene lungo il cammino e non di certo prima. Evocare la parola, farla veicolare nella propria mente, ascoltarla fino a quando essa non prende una direzione precisa (corpo di una scrittura), è quello che mi piace fare. Rappresenta, per me, una voce nuova, dunque una curiosità del suo venire alla luce, di cui ne sono il primo beneficiario, rendendola, poi palese anche agli altri.
Questo è stato sempre il mio poetare, quel giocare con le parole come il bambino che gioca coi dadi e lanciarle in aria per poi raccoglierle in un canestro o in un cestino.
Poetare è giocare col nuovo, far uscire da sé ciò che da solo si forma, e diventa, così, anche terapia di quanto teniamo stretto dentro tra i cancelli degli stereotipi o le regole di un recinto.
È quella fase di destrutturazione dei clichè, o di dif-ferimento degli orizzonti, e da cui può spuntare l’alba di un nuovo giorno o di una nuova ricerca del dire. È la fase irrazionale del nostro lobo destro, quello dedicato al sentimento. Poi, se mi va, la rimodello, parte sinistra o lobo razionale delle noste sinapsi. Ci aiuta a conoscere noi stessi per poter così anche com-prendere gli altri.
La comprensione del linguaggio è il mezzo dell’ascolto e del rinvio: dell’essere ascoltati. Chi non sa ascoltare non vuol neanche comprendere gli altri.

Da cui, se è da farsi un qualcosa in comune, scegliete almeno due strade: un componimento a tema prefissato e uno a tema libero da comporre, nel suo legame o senso, solo successivamente al suo componimento, che , secondo me, è il vero senso del dire il nuovo (soggettivo) della poesia (evocata e diretta dalla parola stessa e non da un direttore d'orchestra in cerca di novità. O , come mi accusa - (sic?)- Sandra, di stupire gli altri).

La parola è produttrice di se stessa, se la prendiamo insieme a noi: essa ci com-prende dall'origine del suo nascere, facendoci rivivere il suo cammino, che è il cammino del verbo e anche dell'uomo: il linguaggio.







condivido in toto....
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Amministratore forum
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20/11/2007 11:14
 
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questa la mia rielaborazione
che può contenere spunti più o meno utili per te, ma per il resto è un giocare su versi non miei, che violenta il tuo testo, certo. Però magari qualcosa di buono di cui tenere conto lo trovi




c’è un sole
che acceca la pelle
secca i respiri
dissolve i pensieri

luce che impallidisce l'ombra
dei silenzi, e la paura
porge la sua maschera al tormento

prenderemo il vento, senza peso
sull’onda per spingersi a largo
dei pensieri infausti, il mare
farà unguento di vita

quella croce di quasi mistero
tramanda l’inganno
di una storia lasciata
agl’ indovini

è ferro forgiato
affanno di braccia
mantici di rabbia

lasciamo quest’acqua fluire
nel dubbio
oltre l’ansa di destra.


anche qui, perdona le incompletezze per il motivo di prima



ribadisco, se non mi ero spiegata abbastanza: [SM=g28003]


fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
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