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17/09/2008 19:45 | |
ho in mente quel che dissi a mia madre
quand'ero innamorato
e avevo gli occhi chiusi
- mi permettevo di inveire
contro pali di legno e animosità
di acciaio, mentre parole
volano, riempiono le camere di
lacrime; sanno d'incenso
e organi da chiesa -
il tempo lasciava segni di magrezza,
quando tutto era finito e mia madre
piangeva di me fino all'abbraccio
- lasciandomi d'impiccio
l'amarezza
d'averla così al limite
ridotta a barzelletta -
al tramonto il sole mi investiva
e il cielo prendeva i toni
del mio colorito livido
ed era come se io
unito al mondo
riuscissi a pensare come i tetti
e i panni al vento
e le correnti d'aria che
si scontrano nuvole
- non c'erano cambi di scena
i venti plasmavano sbuffi
di un unico nembo
e personaggi
e quinte
compenetravano liquide
il lento susseguirsi
di ogni atto - |
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