Ogni volta che pubblichi un tuo testo passo minuti interi a cercare di decifrare le tue simbologie. Ci riesco raramente e quasi mai completamente.
Allora cerco di farmi prendere dalla musica dei tuoi versi, ma anche qui è difficile decifrarne le musicalità e lasciarsi trascinare.
Mi sono chiesto se fossi sintonizzato su lunghezze d’onda differenti dalle tue, ed ancora una volta ho avuto la netta sensazione che non fosse questo il motivo.
Ho pensato, allora, che forse non mi piacesse la tua poesia, ma ogni volta mi trovo a leggere parole, versi e strutture delle quali è come se non comprendessi i codici assemblativi, come se mi sfuggissero i legami intrinseci fra i vari elementi, ma verso i quali sento una forte attrazione.
Ancora una volta non riesco a commentare come vorrei una tua poesia; pur apprezzandone lo stile (anche se non mi si confà), ho come l’impressione di una mole enorme di pensieri ed emozioni che gravitino attorno ad un fulcro e tu ti sia prefissa il compito di controllarla.
Per esempio:
"A legare ragioni ad un continente
mi crea problemi e spesso investo
sangue costruendo barriere all'origine"
non riesco a vedere la casualità in questi versi, intuisco una forza interiore che preme per venire fuori ed è come se tu cercassi di controllarla per timore di rivelare, a te stessa ed agli altri, quello che questa potrebbe svelare.
Continuerò a leggerti, nella speranza che prima o poi questa forza l’abbia vinta sul tuo controllo e che finalmente tutti possiamo diventare partecipi del tuo (intuisco) meraviglioso mondo emotivo.
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Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi