intervista: Vediamo come risponde il mare di notte

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morgan4
mercoledì 8 aprile 2009 19:45
sto perdendo colpi io ouch!
nè la poesia nè il tuo commento servono per la mia domanda..il problema è che più cerco di formurarla in un modo capibile me ne rendo conto che non mi piace!
intanto che penso ad un'altra vai pure con quelle subdole subdole di anumamundi!



baci baci!!
[SM=g27998]


simi
apassoleggero
giovedì 9 aprile 2009 10:18
visto che

si parlava di sincerità e finzione, ti chiedo:

- a parte l'emozione, quanto di te è presente nelle poesie che scrivi?

- come riesci a tradurre in poesia qualcosa che ti colpisce pur non essendone direttamente coinvolta?


anna [SM=g7831]


Maredinotte
giovedì 9 aprile 2009 11:29
per morgan4


vuoto è quello che sento in questi giorni, in cui non ci sono parole per descrivere quello che avviene a chi si trova ad aver perso TUTTO! è il mio sentirmi inerme e spaventata di fronte a tutto ciò... [SM=g7803]
avevo "pensato di pensare" di passare la Pasqua lì, per portare il mio aiuto concreto e poi... di fronte a questa evenienza, mi sono immobilizzata di nuovo.


in generale, però, anche se mi angosciano da morire, i miei momenti di vuoto preannunciano una fase di pieno, come se avessi bisogno di fare spazio dentro di me per riordinare le idee e le emozioni dal punto di vista umano. in realtà chiamo vuoto una sensazione indefinita, un'intercapedine all'interno della mia anima dove tutto è indistinto, mescolato in un'unico calderone. è "vuoto" perchè non ha forma, ma è "pieno" e va plasmato... le parole assolvono così alla duplice funzione di scalpello e di forma, eliminando i vuoti.
Maredinotte
giovedì 9 aprile 2009 19:36
Re:
anumamundi, 07/04/2009 23.17:

Mi metto in fila... e, contrariamente agli altri, faccio due domande subdole.

1) Se dovessi essere messa davanti ad una scelta, tradiresti un amore o un'amicizia.

2) Un rimorso o un rimpianto?


Non si accettano risposte diplomatiche. [SM=g27987] [SM=g7760]




Mamu, sei davvero subdolissimo!!!!!!! [SM=g27997]

mi avvalgo della facoltà di non rispondere: le tue domande non sono formulate correttamente!!! [SM=j7823]
eh no, perchè tutto dipenderebbe dalle circostanze e da cosa si intende per tradimento!
se devo "tradire" il mio amore andando a letto con un altro... bhe bhe... magari ci potrebbe stare, se l'altro mi travolgesse in maniera smisurata! ahahahahahahahaha
(non sei autorizzato a provarci!!!!! [SM=g27991] )
un amico invece non lo tradirei per nulla al mondo!

no, sono contro il tradimento, soprattutto quello intellettuale e niente potrebbe mettermi di fronte a questa scelta. credo che manderei a quel paese entrambi, se si mettessero l'uno contro l'altro!!! e non è diplomazia! eheheheheh


per la seconda: un rimorso! assolutamente! [SM=g27988]



Anna, grazie per essere passata di qui!! [SM=g7831] cercherò un attimo di tempo e ti risponderò quanto prima... [SM=g27987] [SM=g28003]


Maredinotte
sabato 18 aprile 2009 13:25
Re: visto che
apassoleggero, 09/04/2009 10.18:


si parlava di sincerità e finzione, ti chiedo:

- a parte l'emozione, quanto di te è presente nelle poesie che scrivi?

- come riesci a tradurre in poesia qualcosa che ti colpisce pur non essendone direttamente coinvolta?


anna [SM=g7831]







A parte l'emozione, che è alla base di ogni cosa che scrivo, perchè se non viene dal cuore non riesco a farlo, in ogni mio scritto c'è sempre qualcosa di me. A volte sono palesemente introspettive, "autobiografiche", altre è presente qualche riferimento a ciò che ho vissuto o che vivo, cose che vedo, cose che mi hanno colpito. Difficilmente, anzi mai, una poesia non porta una piccola traccia di me ed è puramente riferita a fatti esterni che non ho vissuto, difficilmente scrivo per puro esercizio di forma o di immaginazione e anche in quel caso sarà presente qualcosa che mi riguarda.


Per tradurre in poesia qualcosa che mi colpisce, ma che non ho vissuto... bhe, mi immedesimo! ci entro semplicemente dentro perchè diventi mia. D'altra parte, se mi ha colpito al punto da volerne scrivere, è già dentro di me. Oppure può capitare che mi rivolga a quel genere che tanto mi piace che fa uso dell'ironia... di solito sono fatti di cronaca che mi lasciano particolarmente sdegnata! queste sono le volte in cui curo anche la metrica e a volte la rima e devo dire che mi diverto un casino!!! [SM=g27987]



un bacio Anna! [SM=g7831]

Francesca Coppola
lunedì 27 aprile 2009 14:46


Un brava ed un grazie sentitissimo a Robby che è stata bene al gioco (non avevo dubbi) sulle domande, c'è stata una larga partecipazione, anzi credo che manchi ancora qualcuno o no? [SM=g27991]

sarebbe carino il fatto di rimanere sempre aperta la discussione, cosicchè eventualmente continuarla o con un nuovo giro di domande o con l'apporto di nuovi utenti...


[SM=g7831]



filodiseta--
martedì 28 aprile 2009 14:47
intanto che altri organizzano le prossime domande, vorrei porre l'attenzione su due versi della tua poesia in vetrina, Roberta:


domani
come pensi più spesso alla parola domani "domani":
come incertezza del futuro più ampio o certezza del futuro immediato
la associ più all'imprevisto o ai progetti?




-briciole di pane da inseguire-

indizi del cammino che ci aspetta. senti di essere più tu, fautrice del tuo cammino, o credi sia più il cammino stesso a segnare e condizionare le tue scelte?




Maredinotte
martedì 28 aprile 2009 17:02
Prima di tutto, miei cari amici, vorrei ringraziarvi di questa intervista, Francy in primis [SM=g27998] e poi tutti gli altri… mi sto divertendo molto a rispondere alle vostre domande, mettendomi in gioco totalmente, ragionando sulle risposte da dare nello stesso momento in cui scrivo. È per questo che le mie risposte finiscono per essere, talvolta, molto ampie. Grazie alle vostre domande sto imparando a conoscermi… [SM=g27986]

Alle domande di Daniela risponderò tutto insieme, poiché trovo che siano collegate tra loro dall’idea comune che ho del destino. Anche la poesia che Francesca ha scelto di mettere in vetrina è molto rappresentativa del mio pensiero riguardo al futuro e del mio modo di amalgamarmi al tempo e al suo scorrere.

Non credo al destino come a qualcosa di predefinito e immutabile, ma al libero arbitrio che ci consente di scegliere le strade da percorrere. Tuttavia, poiché ogni nostra azione non condiziona solo la nostra vita ma anche quella degli altri, e così succede con le scelte altrui nei nostri confronti, non è possibile parlare di assoluta autodeterminazione della nostra vita. Ognuno di noi influisce in maniera determinante sul proprio cammino, ma è vero che tante scelte dipendono anche dalle circostanze che ci si presentano.
Per il mio modo di essere, il mio tempo si amplifica e seguo le correnti lasciandomi trasportare, quindi scegliendo le mie strade di volta in volta non essendomi prefissata un obbiettivo preciso e a lungo termine, non essendomi imposta di raggiungere una meta lontana, ma una serie di piccole tappe lungo un percorso da determinare.

In questo senso la parola “domani” nell’immediato futuro per me corrisponde all’oggi e quindi non ha motivo di esistere, o meglio si brucia in un soffio e passa.
Quando penso a questo termine lo associo all’incertezza di un futuro più lontano, quello che mi costruirò passo passo e che quindi non mi è dato di conoscere ora. Non è un progetto, non è un imprevisto, ma semplicemente la costruzione di un puzzle che si compone mano a mano che vivo. [SM=g27988]

filodiseta--
giovedì 30 aprile 2009 07:58
sempre aspettando altri......
Maredinotte, 28/04/2009 17.02:


Quando penso a questo termine lo associo all’incertezza di un futuro più lontano, quello che mi costruirò passo passo e che quindi non mi è dato di conoscere ora. Non è un progetto, non è un imprevisto, ma semplicemente la costruzione di un puzzle che si compone mano a mano che vivo. [SM=g27988]





Pensi che questo significato che dai oggi alla parola "domani", si modifichi nel tempo, man mano che lo sguardo sul futuro si accorcia, fino a diventare un "domani" che si conta sulle 24h?

Oppure, pensando a Russel, che all'età di 92 anni si stese sulle rotaie del tram per protesta, desideri che rimanga costante in tutte le fasi della tua vita?




[SM=g7831]
Maredinotte
lunedì 4 maggio 2009 15:46
cara daniela... qui prendiamo tempo oppure ti vuoi proprio fare i fatti miei?!?!?
[SM=g27990] scherzo eh! [SM=g28002]




non so se cambierò mai atteggiamento rispetto al futuro, forse sì o forse no, ma non credo possa dipendere solo dall'età o dall'esperienza. credo che la visione del domani sia troppo soggettiva e dipenda dalle circostanze, da ciò che la vita ci mette di fronte in ogni momento e dalla forza e dalla voglia che abbiamo di affrontarlo.
e non so cosa desidero, spero solo di avere sempre una certa incoscienza nel vivere il presente e tanta voglia di imparare nel futuro.
forse, se dovessi contare solo 24 ore di vita, mi sentirei già morta e, invece di affrettarmi a raccogliere il più possibile, mi immobilizzerei in quell'attimo in cui si affaccia la consapevolezza. sì, forse sarebbe così... come quando arrivata a 30 pagine dalla fine di un libro, mi fermo per non lasciarlo, o il giorno prima dell'esame che mi affanno ad imparare cose last minute e poi non mi ricordo niente...
allora, spero di pensare fino all'ultimo di avere la voglia di vivere come se avessi altri mille giorni per l'infinita scoperta del mondo e di me stessa. [SM=g27989]




Maredinotte
lunedì 4 maggio 2009 15:51

muy bien...
mi avete torchiato abbastanza! [SM=g27987] ma se qualcuno ha considerazioni da fare o altre domandine bastarde come queste, non mi tirerò indietro.

nel frattempo sto pensando alla nuova intervista...mumble mumble... [SM=g27997] ..............
Francesca Coppola
lunedì 4 maggio 2009 19:32
Re: cara daniela... qui prendiamo tempo oppure ti vuoi proprio fare i fatti miei?!?!?
Maredinotte, 04/05/2009 15.46:

[SM=g27990] scherzo eh! [SM=g28002]




non so se cambierò mai atteggiamento rispetto al futuro, forse sì o forse no, ma non credo possa dipendere solo dall'età o dall'esperienza. credo che la visione del domani sia troppo soggettiva e dipenda dalle circostanze, da ciò che la vita ci mette di fronte in ogni momento e dalla forza e dalla voglia che abbiamo di affrontarlo.
e non so cosa desidero, spero solo di avere sempre una certa incoscienza nel vivere il presente e tanta voglia di imparare nel futuro.
forse, se dovessi contare solo 24 ore di vita, mi sentirei già morta e, invece di affrettarmi a raccogliere il più possibile, mi immobilizzerei in quell'attimo in cui si affaccia la consapevolezza. sì, forse sarebbe così... come quando arrivata a 30 pagine dalla fine di un libro, mi fermo per non lasciarlo, o il giorno prima dell'esame che mi affanno ad imparare cose last minute e poi non mi ricordo niente...
allora, spero di pensare fino all'ultimo di avere la voglia di vivere come se avessi altri mille giorni per l'infinita scoperta del mondo e di me stessa. [SM=g27989]








beh! mare bellissimo, mi fai piangere. Sai io c'ho una certa età, ora, come puoi immaginare, [SM=g27987] e la mia sensibilità lacrima alla lettura di così tanta trasparenza. Più ti leggo e più mi rendo conto di quante cose abbiamo in comune e quanto sia profondo quel mare che ti stringe dentro.


[SM=g7831] [SM=g28003]



Maredinotte
mercoledì 6 maggio 2009 13:26
amor, non piangere!
la vecchiaia è uno stato mentale, la sensibilità è del cuore... fai la brava e non farmi commuovere! [SM=g27990]

I [SM=g27998] U



ps. la discussione rimane aperta, ma mi avvalgo della facoltà di togliere l'evidenza da quella, per fare spazio ad una nuova... [SM=g27988]


ciao belli!!! [SM=g28003]
Ecat Mel
giovedì 7 maggio 2009 15:49
Hey, non andare... hihihihi ... Mi piacerebbe...
In più di un'occasione abbiamo parlato delle nostre voci interiori, quelle personalità dentro di noi, che ogni tanto urlano, scalpitano, spingono per essere riconosciute, per venire alla luce, sul ponte di comando della nostra vita.

Mi piacerebbe conoscerne almeno due delle tue, come le chiameresti, che colori, sapori, gusti avrebbero, che carattere, talenti e se facessi scrivere loro una poesia sull'amore, come la interpreterebbero? [SM=g27987] [SM=g27989]
Ariel_AltaMarea
giovedì 7 maggio 2009 19:45
Oh,meno male, ho fatto in tempo!
Per un attimo ho temuto di essere in ritardo [SM=g27987]

Allora...Due domande, giusto?

1) So che anche tu hai letto e apprezzato "Novecento" di Alessandro Baricco, e voglio qui proporti il passo finale che a me ha colpito tantissimo: cosa ti suscita, su cosa ti fa pensare -hai campo libero- e che ne pensi dei bivi nella nostra vita, del fatto se siamo o meno come la luna a mostrare sempre la stessa faccia (lo stesso lato di noi) nel corso della nostra vita... (e qui ritorna di nuovo il famoso discorso!)

"Tutta quella citta', non se ne vedeva la fine... La fine, per cortesia, si potrebbe vedere la fine? E il rumore. Su quella maledettissima scaletta... era molto bello, tutto... e io ero grande con quel cappotto, facevo il mio figurone, e non avevo dubbi, era garantito che sarei sceso, non c'era problema. Col mio cappello blu, primo gradino, secondo gradino [...]. Non e' quel che vidi che mi fermo. E' quello che non vidi. Puoi capirlo fratello? E' quel che non vidi ... lo cercai ma non c'era, in tutta quella sterminata citta c'era tutto tranne... c'era tutto ma non c'era una fine. Quel che non vidi e' dove finiva tutto quello, la fine del mondo.
Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno puo' fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita e' la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si puo' vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa e' la verita', che non finiscono mai e quella tastiera e' infinita... Se quella tastiera e' infinita, allora su quella tastiera non c'e' musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello e' il pianoforte su cui suona Dio. Cristo, ma le vedevi le strade? Anche solo le strade. Ce n'e' a migliaia, come fate voi laggiu' a sceglierne una, a scegliere una donna, una casa, una terra che sia la vostra, un paesaggio da guardare, un modo di morire. Tutto quel mondo, quel mondo addosso che nemmeno sai dove finisce e quanto ce n'e'. Non avete mai paura, voi, di finire in mille pezzi solo a pensarla, quell'enormita', solo a pensarla? A viverla...
Io sono nato su questa nave. E qui il mondo passava, ma a duemila per volta. E di desideri ce n'erano anche qui, ma non piu' di quelli che ci potevano stare tra una prua e una poppa. Suonavi la tua felicita', su una tastiera che non era infinita. Io ho imparato cosi'. La terra, quella e' una nave troppo grande per me. E' un viaggio troppo lungo. E' una donna troppo bella. E' un profumo troppo forte. E' una musica che non so suonare. Perdonatemi, ma io non scendero'. Lasciatemi tornare indietro, per favore.
"

2) "E se guarderai a lungo nell'abisso, anche l'abisso vorrà guardare in te" è una citazione di Edgar Allan Poe.
Cosa ti suscita e come l'interpreti.

(Aspetto le tue risposte...sempre interessata e curiosa di conoscere persone interessanti! [SM=g27987] )
Maredinotte
venerdì 8 maggio 2009 08:27
ammazza che bastarde! [SM=g7760] ed io che me la volevo scampare!!!!

va bene babies, visto che sono facili facili e soprattutto si possono rispondere in due righe, lo farò... domani... o dopodomani o l'altro ancora! ma lo farò... [SM=g27987] [SM=g28003]
Maredinotte
lunedì 11 maggio 2009 16:53

Olè… rispondo prima a Chiara, perché le domande di Ecat mi spingono ad una riflessione più profonda all’interno di me stessa che non ho ancora concluso…

Di Novecento ho apprezzato dalla prima all’ultima parola e in particolar modo, forse perché mi ha fatto ridere, la scena del chiodo e del quadro che si trova all’inizio… Chiara chiude il cerchio e arriva verso la fine. Il protagonista ha trascorso tutta la vita sulla stessa nave, senza mai scendere. Ne conosce ogni angolo, valuta lo spazio avendo come misura di riferimento il perimetro della sua nave e la tastiera del suo pianoforte. Se ci pensi: all’interno di una finitezza è celato l’infinito. Nei tasti del pianoforte le infinite combinazioni dei suoni, negli occhi della gente che ha incontrato il mondo, dipinto tanto bene che, di qualunque posto gli avessi chiesto, lui sarebbe riuscito a descrivertelo nei minimi dettagli… ma sarebbero state solo istantanee, fotografie bidimensionali, limitate ad una scena.

È insito dell’uomo avere timore di ciò che non conosce, di ciò che non riesce a catalogare, a misurare…
di fronte a tanta incommensurabilità, a tante possibilità di scelta, come si fa a decidere quale può essere la migliore per noi? Quella giusta? Fa paura questa cosa, eppure la affrontiamo ogni giorno, a volte in maniera un po’ inconsapevole… ci facciamo il nostro destino scegliendo una strada al posto di un’altra e un’altra e un’altra ancora e poi… e poi non si può più tornare indietro. E se sbagliamo? E se poi ci giriamo e una porta è ormai sparita? La verità è che noi siamo padroni della nostra vita solo in parte e questo ci fa paura, come ci fa paura la morte, perché è come quel pianoforte da un milione o un miliardo di tasti, del quale possiamo scegliere di suonare una frazione infinitesima, e il resto delle scale ci rimarrà ignoto. Anche noi siamo sconosciuti a noi stessi, quante potenzialità ignoriamo? Quanta parte del nostro cervello non utilizziamo?...
Una volta ero ad una festa celtica e un elfo mi chiese di estrarre un foglietto: quella sarebbe stata la frase che più mi rappresentava. Tirai fuori una striscetta arrotolata, la srotolai e lessi: “il cristallo sfaccettato mostra diverse realtà su ogni lato” questa frase mi rappresenta, ho talmente tante facce (come ognuno di noi) che a seconda del punto di osservazione cambio luce, colore, suono. No, non mostriamo sempre la stessa faccia come la luna, né nel corso della nostra vita nella sua globalità, né in ogni giorno, in ogni minuto che passa, ad ogni persona che incontriamo… e per fortuna, altrimenti sarebbe un peccato! [SM=g27987]


La frase di Allan Poe che mi proponi mi angoscia parecchio, ha un non so che di macabro!
Pensare che l’abisso voglia farci visita, mi fa pensare che sia pronto ad inghiottirmi, risucchiandomi nel suo impetuoso vortice…

Ma cosa vuol dire guardare nell’abisso? Spingere in profondità, cercare, indagare, intrufolarci… leggendo questa frase mi viene in mente che l’abisso siamo noi, quello che abbiamo dentro, un foro nelle trame della nostra anima nel quale a volte cadiamo, a volte invece scendiamo consapevoli. L’importante è saper risalire. Credo che quando Poe dice che anche l’abisso vuole farci visita, si riferisca alla circostanza per la quale noi non riusciamo più a riemergere dal fondo e rimaniamo intrappolati nel nostro stesso buio, come in una prigione silenziosa che ci siamo costruiti da soli.

Insomma, questa frase –in questo momento- mi sa di monito… magari domani saprei darne una interpretazione diversa! [SM=g27988]


Maredinotte
mercoledì 13 maggio 2009 10:00
dopo lunga meditazione...


Ci provo eh!!
Ho individuato una serie di amicicci, alcuni abbastanza evidenti, che si fanno la guerra tutti i giorni, altri meno litigiosi e più sommessi…
Tra i tanti, più o meno rompicoglioni, c’è Krishna. Lei è la mia voce lunare, meditativa, sensuale. È una donna indiana di 50 anni circa, di buona famiglia, che ama leggere, scrivere, curare e passeggiare nel suo bellissimo giardino pieno di fiori, laghetti artificiali ed alberi. Il suo colore è il viola, quello del velo che porta sui lunghi, lisci capelli scuri e della camera nella quale ama rifugiarsi quando scrive, legge o medita sul suo tappeto indiano tra cuscini e incensi.
Krishna però è anche un’attivista molto determinata e per questo non sta molto simpatica alle autorità del suo paese, ma resiste! È così avanti che vive da sola, anche se ama un uomo con tutta se stessa.

Se dovesse scrivere d’amore, lei direbbe:


Se dovessi dirti Amore
quale fiore del mio giardino
mi parla dell’alba
t’inviterei a seguire
le strade nere
che mi inventano le mani
A perderti ai bivi
sfogliando veli –uno
ad uno

Cadrebbe leggera la notte
dalle crisalidi vuote
e nel lago vedresti arcobaleni
svegliare un fior di loto



e poi c’è Thomas, un giovane australiano, biondo, capelli disordinati e fisico scolpito. Thomas ha circa 30 anni, lavora in proprio e la sua caratteristica è uno sfacciato individualismo che lo rende deciso nella professione e brillante nella vita, sia lavorativa che intima, ma per questo può apparire talvolta un po’ saccente. È assolutamente egocentrico, anche se, quando ama, il suo centro si sposta, facendolo vacillare. Quando non lavora, si concede vacanze all’insegna dello sport, rigorosamente in solitudine: in montagna a scalare pareti rocciose, al mare per lunghi giri in barca a vela.

Il Thomas innamorato dice:


per questo mare, per questo
naufragio d’occhi
salperei nei giorni di tempesta

le vele spiegate strattonate frastagliate
tra le onde impetuose dei tuoi seni

il timone indomito alla rincorsa dei giri
sulla rotta dell’abisso


Ecat Mel
mercoledì 13 maggio 2009 13:02
Bravissima!!!!
Devo dire che sei riuscita a stupirmi, non è mica un lavoro facile, piccola streghetta!!!
[SM=g27987] ma tu sei una persona che pungolata nel giusto modo [SM=g27988] riesce sempre a dare il meglio di sé. Proprio brava brava!! [SM=g27987]
Bellissime le due poesie...certo ci sei molto tu dentro, ma sono sicura che col tempo riuscirai a dare più spazio a voci interiori diverse... [SM=g27988]
e poi .... Thomas... epperò che fiko!!! [SM=g27990] ahahahah
baciooooooo [SM=g27998] [SM=g28003]
Maredinotte
mercoledì 13 maggio 2009 13:35
sìsìsìsìsì... e tu mi pungoli sempre a dovere!!! ahahahah


le personalità che ho scelto di presentarti sono quelle che più si prestano alla meditazione e quindi alla scrittura... ma ci sono anche dei profani! [SM=g27988]


hai visto ke gran fiko che ho? [SM=g27987] se non fosse già mio, me ne innamorerei (ma solo in vacanza!!) [SM=g27993]

ti devo ringraziare per le domande che mi hai fatto e chissà che un giorno le mie voci non comincino a farsi sentire più distinte!!
...rischio la schizofrenia?! [SM=g27994]


a te... [SM=g27998]
Ariel_AltaMarea
venerdì 15 maggio 2009 23:44
Ottime risposte, cara Roby, ragionate e profonde!
Ed interessante aver fatto la conoscenza di due tue personalità! [SM=g27985]
Spero a qualcuna di esse non venga mai in mente di dare una mela "Alla più brava" sennò non ne vengono più a capo [SM=g27987] XD

La risposta sul passo e sugli aforismi, mi trova in generale mooolto concorde (credo però che sempre la stessa faccia rischiamo di mostrarla a chi ci sta intorno perchè entriamo nel ruolo che gli altri e anche noi finiamo per cucirci addosso...ma non mi dilungo qui!)

Piuttosto, posso farti qualche altra domandina o approfitto troppo? [SM=g27987]

Facciamo così...io te le scrivo poi se vuoi e puoi sai dove trovarle [SM=g27987] [SM=g27988]


1) Quali sono i libri e gli autori che reputi siano stati più importanti nella tua formazione umana e stilistica? Abbiamo avuto modo di accennare a Baricco ma approfondiamo pure [SM=g27985]

2) Qual è il tuo rapporto con la musica e cosa preferisci ascoltare?

3) "Tutto ciò che è profondo ama la maschera" è un aforisma di Nietzsche.
Come lo interpreti, cosa ci leggi, e sei d'accordo o no?


Bacio! [SM=g27998]
Ariel_AltaMarea
sabato 16 maggio 2009 00:48
Uh, non posso più modificare il post ma volevo riportare in modo più completo il passo d Nietzsche:

“Tutto ciò che è profondo ama la maschera; le cose più profonde hanno per l'immagine e l'allegoria perfino dell'odio. (...) Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà.”

Voglio sapere come interpreti l'aforisma;
e anche che ne pensi più globalmente di questo passo [SM=g27987]
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