Cara Daniela, vedo che hai tirato fuori due domande belle toste...
Mi parli di un tuo pallino recente per la geometria...interessante ambito da indagare, ma io alla geometria preferisco i numeri. Sarà il fatto di aver frequentato nei miei verdi anni scolastici, corsi di matematica sperimentale, per sopperire alla mia scarsa inclinazione per tutto ciò che nn era materia letteraria, eppure devo dirti che col passare degli anni, ho scoperto che tutta quella fatica conduceva ad una verità assoluta al pari dell'amore,cioè: che i numeri sono alla base di tutto. I numeri sono musica, metrica, ritmo, ordine e disordine insieme. La matematica è ovunque ed è una materia talmente seducente da toccare anche i più nascosti sentimenti che albergano nel cuore dei poeti. Ma i numeri nn prescindono dal resto del sapere matematico, compresa la geometria. Tu mi parli di terminologia...sicuramente quando scrivo un testo la mente percorre nella sua elaborazione una linea che si apre, si chiude e si compone a seconda di quello che spinge dal mio interno verso fuori. Le immagini usate per esprimere i miei sentimenti creano intersezioni che a seconda della serenità o meno dell'argomento trattato, possono procedere in linea retta "all'infinito"... in un moto di quiete apparente o possono arrestarsi, girare su stesse, incunearsi, creare angoli e spigoli da cui poi scaturiscono figure piane, come semplici osservazioni...o solide, come come cubi di affermazioni, che nn lasciano spazio ad alcuna replica, perchè la verità che viene fuori è inoppugnabile come la realtà della figura geometrica stessa.
Quale è la simbologia che attribuisco ai miei richiami più frequenti?ritorno presto su questa domanda.