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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Chorus

  • Messaggi
  • filodiseta
    18/06/2007 08:41










    Oh misera notte, dolor accompagna
    Presenza svanita nell'aspra campagna
    Da sterpi e da rovi, trafitta nel cuor.
    E quale lamento, guaito feroce
    A belva ferita, non lascia più voce
    Svanito l’incanto di gioco d’amor.

    Il guardo alla MUSA, nel nulla s’adombra
    Tramonta speranza di scorgere l’ombra
    Amata, agognata, innanzi venir.
    Qual canto proclama, al lucido manto
    Preghiera accorata di animo affranto
    Che anco l’aurora potrà mai lenir.

    Ignara la luna, dal volto apparente
    Qui mostra d’argento quel filo crescente
    che culla nel sonno, col suo dondolar.
    Suonate violini le languide note
    Porgetele in sogno le labbra, le gote
    Per labbra assetate d’Amore posar.

    Sensuale creatura, di veli fasciata
    Da molle torpore di sensi estasiata
    Con palpebre schiuse, a fiamma carnal.
    Che l’INNO a passione, domata finora
    Sprigioni le note da questa dimora
    Si uniscan le voci nel suono coral.

    E’ l’arco il Poeta, la Musa la viola
    Sol sguardi d’intesa, non più una parola.
    Concerto che brama di ardor divenir.
    Soave incarnato: pennella la luna
    Carezze di luce, che a fiotti raduna
    Laddove è il desio di baci rapir.

    Si sciolgono i veli, la carne riaffiora
    La corde son tese, l’archetto le sfiora.
    Son vivi, son desti? O è pura illusion?
    Or van naufragando nel mare sublime
    Di liberi versi, o di acute rime
    Che narrano il canto di rara passion.






    [SM=g27998]
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    walter.w
    Post: 62
    18/06/2007 20:45


    Certo queste rime danno col solo leggerle la sensazione della scena, del teatro, e la presenza del pubblico.
    E lì l’attore inorgoglito, fiero di sé che le declama.

    Forse col tempo abbiamo perduto nelle nostre orecchie l’eco delle parole, e così le appiattiamo forse a dirci (oltre che occorrerebbe anche una bravura per comporle e quindi una selezione naturale che opererebbe tra i poeti): Ci stiamo solo facendo una chiacchierata con te, caro lettore.
    Togliamo i canti, perché questa non è più l’era degli eroi, togliamo i suoni, perché le monete sono ormai di carta, e come sono, non suonano neanche più; e ridimensioniamo un po’anche la scena: siamo vestiti con abiti normali, come passeggiando in una villa comunale, e sedendoci magari sopra una panchina anche un po’ appartata, per leggere qualcosa insieme a te.
    Mi sarebbe piaciuto molto vivere in quell’epoca degli eroi, del cavalleresco, del timbro di voce, della fierezza. della dignità del ruolo.
    Scusa se le ho scritte qua sotto.

    Ti ringrazio di farci ascoltare ancora quei suoni e di farci immaginare le scene.




    Modificato da walter.w 18/06/2007 20.54
  • filodiseta
    19/06/2007 08:12
    sulla punta delle dita


    "Forse col tempo abbiamo perduto nelle nostre orecchie l’eco delle parole, e così le appiattiamo forse a dirci (oltre che occorrerebbe anche una bravura per comporle e quindi una selezione naturale che opererebbe tra i poeti): Ci stiamo solo facendo una chiacchierata con te, caro lettore".




    Walter, ti ringrazio molto per questa chiacchierata col lettore: trovo il coraggio di dire una cosa che alla fine considero scontata.

    Generalmente non esprimo questo pensiero, perché temo di andare a toccare una fascia troppo ampia di persone che si dilettano a scrivere poesia.

    Sono convinta, che come per il musicista c'è il solfeggio e per la ballerina, la sbarra e per ogni disciplina artistica e sportiva, i preliminari studi di base, che la poesia non faccia eccezione. Per liberare l'arte serve la regola, il sacrificio e il rigore sistematico. Senza quella, anche le fondamenta della poesia, mancheranno sempre di un importantissimo tassello.

    Oggi la poesia in rima limita, non apre, se non per il fascino che mantiene nello spettacolo, o l'efficacia della satira e del certame. Anche chi ne abbia perfettamente acquisito la tecnica, usufruisce delle basi, ma seguita la sua ricerca poetica in nuovi campi.

    Se non come me o chi come me, la conservi a scopo ludico, cimentandosi in un esercizio vivace e divertente di allenamento lessicale e musicale, a volte traendo soddisfazione di liberare anche il banale e lo scontato che, pur facendo parte di noi, si vuole a tutti i costi mascherare [SM=g27987]

    Devo concludere perché altre cose mi chiamano. Ho solo espresso la mia opinabile opinione, che sempre ho trattenuto [SM=g27987] credendo di dire qualcosa che infastidisca la maggior parte dei poeti.

    Concludo col dire che il gioco della poesia in rima, sottintende un controcanto, per assaporare a fondo il divertimento [SM=g27988]
    Per questo, non appena potrò farlo, lascerò libero il testo, per chi volesse cimentarsi e aprirò la discussione, sull'argomento, nella stessa sezione di poesia in rima.


    scusa .... la fretta, ma so che ci torneremo [SM=g27988]






    [SM=g28003]

    Modificato da filodiseta 19/06/2007 8.28
  • firstlast
    19/06/2007 11:53
    Re: sulla punta delle dita

    Scritto da: filodiseta 19/06/2007 8.12


    ...
    Concludo col dire che il gioco della poesia in rima, sottintende un controcanto, per assaporare a fondo il divertimento [SM=g27988]



    Modificato da filodiseta 19/06/2007 8.28



    In attesa di un controcanto degno delle alte tonalità e della timbrica di questo "chorus" (ci sto lavorando [SM=g27988] ), metto al bando la mia atavica repulsione dell'ovvio e del banale e posto questo (anche se non in rima):



    Chi mai padrona di si' soave voce,
    che nel chiaror di un tramonto avanzato,
    invoca il nome mio in un sussurro?
    Non voce umana, ma angelica armonia
    tutto pervade ed il suo timbro
    penetra e fende i miei sensi
    come delicata brezza marina.
    O dolci occhi di pece,
    tributo ad un desiderio mai pago,
    che afferrate il pensiero
    e cullate sogni preclusi,
    voi che sapete fermare il tempo
    su levigate lastre
    di piccoli frammenti di minuti,
    addolcite questa mia attesa
    con rivoli di nettare e ambrosia.
    E le ore, infide amiche
    di delicata compagnia,
    inesorabili segnano il tragitto
    delle nostre vite
    e, come il mio cuore, pulsano
    al ritmo dei tuoi pensieri.




    Leonardo


    Modificato da firstlast 19/06/2007 12.31